Passa ai contenuti principali

Laghetti d’Avola, uno spettacolo della natura siciliano

La Riserva naturale di Cavagrande del Cassibile regala paesaggi mozzafiato ideali per trekking ed escursionismo

La Sicilia più incontaminata e selvaggia si svela tra Avola, Noto e Siracusa, nella spettacolare Riserva Naturale Orientata Cavagrande del Cassibile, oltre 2700 ettari di paesaggi selvaggi e un magnifico canyon formato dal fiume Cassibile: circa dieci chilometri d’acqua limpidissima circondata da imponenti pareti rocciose che, in alcuni tratti, raggiungono anche i 300 metri.
La zona, conosciuta anche con il nome di “Laghetti d’Avola” per via delle pozze d’acqua fresca incastonate tra le pietre, riveste una grande importanza a livello faunistico e naturalistico ed è perfetta per gli amanti delle escursioni, del trekking e delle camminate a contatto con la natura.
Panorami mozzafiato, 34 specie di orchidee (tra cui molte endemiche della Sicilia), rigogliosa flora tra platani, edere, salici, oleandri, e felci, fauna selvatica che si aggira indisturbata e il volo delle farfalle a pochi centimetri di distanza: un vero eden lontano dalla frenesia della città.
Ma c’è di più: numerose sono anche le testimonianze storiche del territorio come la “Grotta dei Briganti”, un insieme di piccole cavità comunicanti tra loro scavate nella roccia dove si rifugiavano i briganti a fine Ottocento, il Complesso rupestre dei Dieri, un intero villaggio costruito nella roccia tra l’XI ed il IX secolo a.C. e composto da 140 ambienti che si estendono per più di un chilometro lungo il costone, e la Necropoli.
Inoltre, lungo il percorso del Fiume Cassibile, si possono scorgere ancora i resti di nove mulini ad acqua, realizzati a fine Ottocento e in funzione fino agli anni Cinquanta.
Attenzione, però: se il luogo è di sicuro fascino e ideale per immergersi nella natura selvaggia della Sicilia tra camminate e un tuffo nell’acqua fresca, occorre davvero molta prudenza. Attualmente vi è un solo accesso aperto, quello di Prisa-Carrubbella, mentre gli altri sentieri sono chiusi al pubblico a causa delle strade non praticabili e difficoltose.
Il consiglio che vi diamo, prima di avventurarvi nella riserva dei Laghetti d’Avola, tra le più affascinanti della Sicilia, è quello di mettervi in contatto con le guide escursionistiche di Avola che sapranno fornirvi tutte le indicazioni e vi accompagneranno affinché possiate godere del paesaggio nel rispetto della natura e in totale sicurezza, evitando le zone più pericolose e rischi davvero inutili.

Commenti

Post popolari in questo blog

Borgo di San Fele, Basilicata

visitato nel settembre 2017 Il viaggio per la Basilicata prosegue con il nostro camper fino all’incantevole borgo di San Fele, che oltre ad attrarci per la sua storia antica ci offre la possibilità di ammirare le sue suggestive cascate. In genere i nostri Reportage sono dedicati alle bellezze create dall’uomo ovvero all’arte, ma per questa volta faremo un’eccezione inserendo all’interno della galleria fotografica di questo articolo, gli scatti di alcuni paesaggi naturalistici di questo piccolo gioiello della Basilicata. Il borgo si trova in provincia di Potenza è vanta di una storia molto antica, sembra infatti che il centro cittadino fu edificato già alla fine del I secolo d.C. Ancora oggi percorrendo le sue strette stradine si possono vedere i segni degli uomini, della storia passata, primi tra tutti i ruderi del  Castello  voluto proprio da Federico II che si raccomandava con i suoi architetti che la fortezza fosse inespugnabile. Sotto il Monte Castello si trova  Palazzo

VIAGGIO ALL’INTERNO: SAN FELE

San Fele Alcuni graffiti, ritrovati nelle grotte di Santa Croce, di Pierno e di Civita, attestano che il territorio fu abitato, nel III-II millennio a.C., dagli Ausoni. San Fele nasce nel 969 come Castrum, voluto da Ottone I di Sassonia per difendersi dagli assalti bizantini, ma la fortezza divenne pure luogo di prigionia di personaggi celebri: Enrico di Baviera, Enrico, figlio di Federico II ed Ottone di Brunswich. Nel Catalogo dei Baroni del XII secolo è Sanctus Felix e Sanctus Felis, mentre nelle carte angioine è Terra S. Felicis, dal nome del santo vescovo africano di Tibari, venerato a Venosa, da dove si suppone siano venuti i primi abitanti, che costruirono le loro case a ridosso del castello. Durante la dominazione angioina si chiamò San Felì e sotto gli aragonesi San Fele. Secondo il Racioppi, il nome d’oggi è la pronuncia italica popolare della pronuncia francese San-Felì. I signori che si avvicendarono dall’XI al XV secolo nel possesso del feudo, ambito per la sua impen

15 magnificitorghi in Emilia Romagna tutti da scoprire

Vacanze tra castelli e manieri? L'Emilia Romagna è la meta ideale per un tuffo nel medioevo più leggendario. Questi i borghi più belli della regione. Da sempre innamorato dei castelli? In Emilia Romagna c'è un paradiso per gli occhi: rocche, manieri, torri, fortezze. Con piacemavoli deviazioni tra montagna e pianura, ecco i 15 borghi più belli dell'Emilia Romagna per un itinerario da favola.... 1. Bardi,Parma Alla confluenza di quattro vallate, si trova il borgo parmense e la sua possente  Rocca . Il  Fiume Ceno  e il  Monte Crodolo  incorniciano il maniero medievale, noto per la singolare  Sala delle Torture . La magnifica Rocca di Landi a Bardi - I borghi più belli dell'Emilia Romagna - Photo credit Wikipedia 2. Bobbio, Piacenza L' Abbazia di San Colombano  con l'opera di  Lanzani  e il  Castello Malaspina  sono due gioielli del borgo piacentino. Da anni  Bobbio  è insignito di  Bandiera Arancione  e inserito tra i  Borghi più belli d'Italia