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Visualizzazione dei post da aprile, 2020

Noia da quarantena? Ecco il tour virtuale nel Paese delle Fiabe

R Ra HOME   TURISMI   EVENTI E NEWS   DOVE DORMIRE   APT Basilicata   LINGUA:  Rapone Il nuovo e il vecchio si incontrano a Rapone, nell’impianto architettonico e nelle tradizioni. Alla ricca storia custodita nel centro storico infatti si alterna la veste più moderna degli edifici che hanno ampliato l’antico abitato di impianto medioevale, impreziosito da palazzi seicenteschi a loro volta decorati da portali e mascheroni in pietra. La tradizione popolare è il filo conduttore tra passato e presente a Rapone, definito il “paese delle fiabe” in seguito all’omonimo progetto che, rispolverando vecchie credenze e misteriose dicerie, ha messo in piedi un concorso di favole, e non solo, incentrate su racconti popolari che molto hanno in comune con il mondo fiabesco, così da mantenere vive storie e leggende tramandate di generazione in generazione. La storia Sono antichissime le origini di Rap

VIAGGIO ALL’INTERNO: SAN FELE

San Fele Alcuni graffiti, ritrovati nelle grotte di Santa Croce, di Pierno e di Civita, attestano che il territorio fu abitato, nel III-II millennio a.C., dagli Ausoni. San Fele nasce nel 969 come Castrum, voluto da Ottone I di Sassonia per difendersi dagli assalti bizantini, ma la fortezza divenne pure luogo di prigionia di personaggi celebri: Enrico di Baviera, Enrico, figlio di Federico II ed Ottone di Brunswich. Nel Catalogo dei Baroni del XII secolo è Sanctus Felix e Sanctus Felis, mentre nelle carte angioine è Terra S. Felicis, dal nome del santo vescovo africano di Tibari, venerato a Venosa, da dove si suppone siano venuti i primi abitanti, che costruirono le loro case a ridosso del castello. Durante la dominazione angioina si chiamò San Felì e sotto gli aragonesi San Fele. Secondo il Racioppi, il nome d’oggi è la pronuncia italica popolare della pronuncia francese San-Felì. I signori che si avvicendarono dall’XI al XV secolo nel possesso del feudo, ambito per la sua impen