Passa ai contenuti principali

Noia da quarantena? Ecco il tour virtuale nel Paese delle Fiabe

RRa
Il nuovo e il vecchio si incontrano a Rapone, nell’impianto architettonico e nelle tradizioni.
Alla ricca storia custodita nel centro storico infatti si alterna la veste più moderna degli edifici che hanno ampliato l’antico abitato di impianto medioevale, impreziosito da palazzi seicenteschi a loro volta decorati da portali e mascheroni in pietra.
La tradizione popolare è il filo conduttore tra passato e presente a Rapone, definito il “paese delle fiabe” in seguito all’omonimo progetto che, rispolverando vecchie credenze e misteriose dicerie, ha messo in piedi un concorso di favole, e non solo, incentrate su racconti popolari che molto hanno in comune con il mondo fiabesco, così da mantenere vive storie e leggende tramandate di generazione in generazione.
La storia
Sono antichissime le origini di Rapone, nel cui territorio ci sono indizi indizi di insediamenti a partire dal Paleolitico.
Sul suo nome sono state fatte diverse congetture, per alcuni deriverebbe da “rapa” e “rappa”, a significare spina e luogo pieno di spine, secondo altri indicherebbe invece una località coltivata a vigneti.
Secondo un’antica leggenda, il fondatore sarebbe stato “Rapo”, uno degli eroi etruschi alleati di Enea, come raccontato nell’Eneide.
Con il tipico sistema feudale Rapone è appartenuto a vari signori: Giovanni Pipino, i Sanseverino, Carlo Ruffo, Pietro d’Alemagna, per essere poi acquistato dai Carafa, e successivamente dai signori D’Anna che lo hanno tenuto in loro potere fino al termine dell’epoca feudale.
Nell’Ottocento Rapone vive un interessante protagonismo durante le lotte liberali.
Il patrimonio culturale
La vita nel piccolo comune di Rapone scorre serena e lenta in Piazza XX Settembre, che dà al visitatore la sensazione di sporsi da un terrazzino panoramico sul territorio circostante, nel cuore del Vulture Melfese.
Nella principale piazza del paesino dal 1690 è issata una Croce che propone una intensa immagine raffigurante da un lato un Cristo Crocifisso e dall’altro una Madonna. Il centro storico è ricco di palazzi gentilizi realizzati tra Seicento e Ottocento, come Palazzo Nicolais con un particolare arcone in cui è  inserita un’antica porta d’ingresso e molto particolare è anche il secondo portale.
Da ammirare è poi la Casa Patrissi con un portale decorato da arco a tutto sesto sormontato da un medaglione.
Vagando per il centro storico si è sorpresi dalla infinità di mascheroni a decoro delle case anche più modeste e che rendono particolarmente caratteristica la struttura architettonica dell’intero paese.
I sapori
Piatti genuini sfilano in occasione dei banchetti di Rapone, dalla pasta fatta in casa alla squisita frittata con la salsiccia, ottimi sono anche biscotti e dolci in generale, come i taralli con uova cosparsi da uno strato leggero di naspro.
Belle a guardarsi e buone da mangiare sono poi le “pcclatièdd”, focacce decorate con uova sode a forma di bambola, cavallucci e borsette.
In occasione del Natale, si preparano le “scarpedd” e i “cauzun e cìcr”, le prime sono frittelle di pasta del pane lievitata condite con vino cotto, le altre consistono in un gustoso ripieno a base di ceci, cannella e cacao e all’esterno sono cosparsi di vino cotto e miele.
Ad agosto, da oltre quarant’anni a Rapone si tiene la Sagra della Soppressata e del Caciocavallo, due prodotti dalle particolari caratteristiche organolettiche e nutrizionali, considerati un’eccellenza della produzione agro-alimentare del paese.
Natura e Parchi
Boschi e immense distese di verde, un’aria salubre che avvolge colori e profumi unici caratterizzano il territorio di Rapone, paese della affascinante area nord della Basilicata nota come Vulture Melfese.
È una delle più belle della regione, dominata dal monte Vulture, vulcano ormai spento, il cui cratere è occupato dai due laghi vulcanici di Monticchio. Proprio per la sua conformazione, in questo punto del territorio lucano è possibile praticare escursioni di ogni genere, dal trekking alla mountain bike, alla scoperta di interessanti aspetti paesaggistici, botanici ed ecologici.
Lo sguardo si perde tra gli straordinari vigneti, da cui prende vita l’ottimo Aglianico del Vulture Doc, e gli uliveti, da cui deriva l’intenso olio della varietà Ogliarola del Vulture, oltre a sconfinati frutteti. Ma il Vulture è anche habitat naturale e ideale per specie faunistiche, soprattutto rapaci, come la poiana, il nibbio reale, il gheppio o lo sparviero.
Il patrimonio religioso
Sono tanti i luoghi di culto visitabili a Rapone, nel centro storico spicca la chiesa madre di San Nicola Vescovo, d’impianto cinquecentesco, composta da chiesa, campanile e uffici parrocchiali.
A tre navate, nell’abside è custodita la tela dipinta ad olio di San Nicola di Bari (1963) dell’artista Umberto Colonna e un ottocentesco Crocifisso ligneo.
Degna di nota è poi la chiesa di Santa Maria ad Nives (1758) a navata unica e con l’altare maggiore in pietra decorata. Nel presbiterio, in una nicchia di stile barocco, è custodita la novecentesca statua della Madonna che dà il nome al tempio.
Dietro all’altare è posto un settecentesco Crocifisso di legno policromo, mentre a destra e a sinistra spicca, dello stesso materiale, un enorme concistoro. Nella cappella del Sacro Cuore si può ammirare un’acquasantiera decorata, esternamente, con baccelli che formano una cornice terminale modanata, all’interno, la vasca è scolpita con un bassorilievo a forma di testa alata.
Per apprezzare la più antica chiesa di Rapone occorre andare poco fuori dal centro abitato. Si tratta della chiesa di Santa Maria dei Santi, sorta come cenobio nel 1131, la quale sull’altare maggiore, in una nicchia, custodisce la seicentesca statua da cui la chiesa prende il nome.
poneaponeR

Commenti

Post popolari in questo blog

Borgo di San Fele, Basilicata

visitato nel settembre 2017 Il viaggio per la Basilicata prosegue con il nostro camper fino all’incantevole borgo di San Fele, che oltre ad attrarci per la sua storia antica ci offre la possibilità di ammirare le sue suggestive cascate. In genere i nostri Reportage sono dedicati alle bellezze create dall’uomo ovvero all’arte, ma per questa volta faremo un’eccezione inserendo all’interno della galleria fotografica di questo articolo, gli scatti di alcuni paesaggi naturalistici di questo piccolo gioiello della Basilicata. Il borgo si trova in provincia di Potenza è vanta di una storia molto antica, sembra infatti che il centro cittadino fu edificato già alla fine del I secolo d.C. Ancora oggi percorrendo le sue strette stradine si possono vedere i segni degli uomini, della storia passata, primi tra tutti i ruderi del  Castello  voluto proprio da Federico II che si raccomandava con i suoi architetti che la fortezza fosse inespugnabile. Sotto il Monte Castello si trova  Palazzo

VIAGGIO ALL’INTERNO: SAN FELE

San Fele Alcuni graffiti, ritrovati nelle grotte di Santa Croce, di Pierno e di Civita, attestano che il territorio fu abitato, nel III-II millennio a.C., dagli Ausoni. San Fele nasce nel 969 come Castrum, voluto da Ottone I di Sassonia per difendersi dagli assalti bizantini, ma la fortezza divenne pure luogo di prigionia di personaggi celebri: Enrico di Baviera, Enrico, figlio di Federico II ed Ottone di Brunswich. Nel Catalogo dei Baroni del XII secolo è Sanctus Felix e Sanctus Felis, mentre nelle carte angioine è Terra S. Felicis, dal nome del santo vescovo africano di Tibari, venerato a Venosa, da dove si suppone siano venuti i primi abitanti, che costruirono le loro case a ridosso del castello. Durante la dominazione angioina si chiamò San Felì e sotto gli aragonesi San Fele. Secondo il Racioppi, il nome d’oggi è la pronuncia italica popolare della pronuncia francese San-Felì. I signori che si avvicendarono dall’XI al XV secolo nel possesso del feudo, ambito per la sua impen

15 magnificitorghi in Emilia Romagna tutti da scoprire

Vacanze tra castelli e manieri? L'Emilia Romagna è la meta ideale per un tuffo nel medioevo più leggendario. Questi i borghi più belli della regione. Da sempre innamorato dei castelli? In Emilia Romagna c'è un paradiso per gli occhi: rocche, manieri, torri, fortezze. Con piacemavoli deviazioni tra montagna e pianura, ecco i 15 borghi più belli dell'Emilia Romagna per un itinerario da favola.... 1. Bardi,Parma Alla confluenza di quattro vallate, si trova il borgo parmense e la sua possente  Rocca . Il  Fiume Ceno  e il  Monte Crodolo  incorniciano il maniero medievale, noto per la singolare  Sala delle Torture . La magnifica Rocca di Landi a Bardi - I borghi più belli dell'Emilia Romagna - Photo credit Wikipedia 2. Bobbio, Piacenza L' Abbazia di San Colombano  con l'opera di  Lanzani  e il  Castello Malaspina  sono due gioielli del borgo piacentino. Da anni  Bobbio  è insignito di  Bandiera Arancione  e inserito tra i  Borghi più belli d'Italia